Sinossi
Per sette anni consecutivi gli atleti Gyōja effettuano una durissima prova per raggiungere l’illuminazione percorrendo più di 46 mila chilometri.
Una prova fatta di disciplina, pazienza, perseveranza, concentrazione, generosità e conoscenza trascendente, passo dopo passo.
I Gyōja sperimentano sensazioni di vuoto e trasparenza, purificando i pensieri, rendendoli neutri, senza giudizi.
Mentre corrono e camminano imparano a fare riposare parti del corpo entrando in uno stato meditativo.
Non corrono per essere più veloci o per vincere qualcosa. Danzano semplicemente correndo e lasciandosi andare.
Alla fine i monaci diventano un tutt’uno con la montagna durante il lungo percorso, riuscendo a superare tutti gli ostacoli e scoprendo la pace interiore che si riflette con quella esteriore.
Durante questi sette anni, le stelle, il cielo, le pietre, le piante, gli alberi diventano compagni del cammino di questi monaci, che sviluppano la capacità di prevedere il tempo tramite la forma delle nuvole, la direzione del vento e l’odore dell’aria.
Conoscono gli orari di quando gli uccelli e gli insetti iniziano a cantare e si stupiscono come se fosse la prima volta nel vedere danzare il sole e la luna ad ogni crepuscolo.
“Le cose più ammirevoli di questi monaci sono il calore, il loro cuore aperto, l’umanità.
Ad affrontare più volte la morte si sentono vivi in ogni singolo momento, pieno di gratitudine, gioia e grazia.
Hanno molto da insegnare: cercano sempre il massimo, senza guardare indietro, prendendosi cura degli altri e mantenendo la mente nel cammino”.